Comune di San Sperate - Comunicazione - 00/2010

COMPRA SARDO - una legge Regionale per la valorizzazione dei prodotti sardi

Oggetto: COMPRA SARDO - una legge Regionale per la valorizzazione dei prodotti sardi

Anno
2010
Settore
SUAPE - Attivita' Produttive e Edilizia
Tipo
Comunicazione
Numero
0
Data inizio pubblicazione
29/10/2010
Data fine pubblicazione:
00/00/0

Compra SARDO - Relazione di presentazione

- tutte le informazioni maggiormente dettagliate si trovano sul sito  www.comprasardo.it


 

La Sardegna, ricca di tradizioni e peculiarità agroalimentari uniche al mondo, annovera tra queste molti prodotti tipici e identitari, tra questi un ruolo importante lo rivestono quelli derivanti dalla trasformazione di semole e sfarinati di grano duro.

Ogni regione storica della Sardegna presenta i suoi prodotti, diversi tra loro e unici nel loro genere.

Questa biodiversità riguarda una vasta gamma di prodotti e costituisce per la nostra regione un valore culturale e identitario irrinunciabile che ogni sardo deve sentirsi in dovere di valorizzare e conservare strenuamente nel tempo.

Queste produzioni hanno inoltre un valore economico, sociale e occupazionale importante per la nostra isola che merita di essere conservato, valorizzato e se possibile incrementato all’interno di una logica di filiera “di produzione e consumo” basato su regole e meccanismi che consentano una adeguata remunerazione per tutti gli operatori della filiera, e consentano la qualità e sicurezza alimentare a tutela della salute dei consumatori.

Attualmente, la nostra produzione di grano duro di eccellenza, si confonde con la massa di prodotto che gli operatori del mercato importano da altre nazioni, non solo europee, ma spesso e volentieri extraeuropee.

In alcune di queste nazioni la legislazione sanitaria è meno garantista della nostra rispetto ai canoni di salubrità e qualità del prodotto.

Pertanto, nonostante la nostra produzione di grano duro sia di eccellenza, come dimostrano i dati sperimentali condotti lungo la filiera, dal campo alla tavola, non avendo le potenzialità strutturali che ci consentono di competere in un mercato internazionale, come quello del grano, fatto di grandi numeri ma spesso di scarsa qualità, ne subiamo le conseguenze.

Nel tempo, si è consolidato un utilizzo sempre più consistente di cereali coltivati in altre parti del mondo che trasformati localmente in semole e farine sono massicciamente utilizzati nelle produzioni tipiche e identitarie della nostra regione.

Questa pratica oltre ad essere palesemente ingiusta è fortemente lesiva nei confronti degli interessi strategici ed economici della Sardegna.

Infatti:

  • crea un danno enorme ai nostri distretti rurali, con conseguente diminuzione delle superfici coltivate, nel medio periodo porterà all’abbandono della coltivazione dei campi.

    (Viene naturale chiedersi perché mai un agricoltore dovrebbe continuare a produrre grano o altri prodotti, se poi, una volta raccolto e creato quindi valore, non avrà possibilità di venderlo a condizioni remunerative. L’abbandono delle coltivazioni fa perdere a tutti noi quelle esternalità sociali positive gratuite che solo un territorio presidiato, coltivato e ben curato può continuare a regalarci a noi e all’immagine turistica della nostra terra).
  • penalizza le aziende di trasformazione che hanno investito sulla qualità e salubrità delle produzioni e che desiderano fare produzioni di qualità, tipiche e identitarie utilizzando materie prime prodotte e coltivate in Sardegna.
  • fa perdere la conoscenza degli antichi sapori, dei profumi dei nostri prodotti che solo se si utilizza materia prima locale possono essere conservati.
  • non tutela i consumatori che hanno il diritto di sapere cosa mangiano e conoscere la provenienza, la tracciabilità e la qualità di ciò che mettono a tavola per se e per la loro famiglia.
  • priva i consumatori della libertà e possibilità di essere messi nella condizione di fare scelte di consumo responsabili e consapevoli circa gli effetti economici positivi e le ricadute sociali e ambientali che darebbe la certezza di acquistare prodotti derivanti da materie prime prodotte in Sardegna.

     

Per tutte queste ragioni e motivazioni oggi più che mai “ Compra Sardo, dai forza alla Sardegna” diventa al contempo un diritto e una scelta responsabile a cui nessuno può sottrarsi.

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